La posa in opera…

La posa

La posa su pavimento definito “fresco su fresco” (metodo tradizionale ma ormai obsoleto) consiste nello stendere un letto di magrone accuratamente livellato e compresso, con un successivo “spolvero” di cemento. Il magrone è un impasto umido di sabbia e cemento, preparato con una modesta quantità d’acqua affinché abbia la stessa consistenza della sabbia umida, impalpabile ma non fluido. Si posano sopra le piastrelle preventivamente bagnate, livellandole uniformemente; poi si versa una certa quantità acqua sul pavimento e si procede con il livellamento finale. L’acqua penetra tra le fughe e viene assorbita dall’impasto secco, affinché il cemento del magrone e dello spolvero possa far presa. A posa terminata, si passa al riempimento delle fughe tra le mattonelle tramite la boiacca, un impasto semi-liquido di cemento o calce. Con questo metodo di posa si realizzano contemporaneamente il massetto ed il rivestimento, era largamente impiegato con le mattonelle in cemento chiamate “marmette”.

Oggi, sia per il pavimento che per la copertura dei muri, prevale l’incollaggio della piastrella con prodotti specifici al fondo solido e asciutto preparato in precedenza e sufficientemente stagionato (massetto); a questo metodo si accompagna solitamente la realizzazione di fughe di larghezza appropriata al tipo e dimensione della piastrella. Questa tecnica ha il vantaggio di eliminare il rischio di presa non avvenuta in qualche punto del pavimento, e risulta più sicura, perché i moderni adesivi contengono speciali additivi che li rendono più elastici e tenaci del semplice cemento. In particolare, il cemento avrebbe scarsa adesione su materiali non porosi come il grés. Il materiale di riempimento della fuga è costituito da miscele in polvere, ottimizzate nel colore e nella granulometria e aventi caratteristiche di elasticità ed impermeabilità migliorabili con l’uso di additivi (solitamente apportati dallo stesso produttore).

Per garantire l’uniformità della distanza fra una piastrella e l’altra i piastrellisti usano distanziatori, spesso in plastica e a forma di croce, che vengono eliminati a incollaggio avvenuto, prima di riempire le fughe.

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